Esplorati i mondi Beltrame e Zambon da un gruppo di studenti del corso serale

Mercoledì 8 maggio e sabato 25 maggio gli studenti delle classi 4AMS e 5AMS del serale hanno svolto due significative uscite didattiche. La prima per visitare lo stabilimento vicentino dell’azienda siderurgica “AFV Beltrame Group”, specializzata nella produzione di laminati mercantili e profili speciali per molteplici ambiti di impiego. L’azienda è un importante player nel mercato europeo e mediterraneo, con una produzione superiore alle 3 milioni di tonnellate di acciaio all’anno e più di 2.900 dipendenti. La seconda visita è stata allo stabilimento produttivo del “Gruppo Zambon”, un’azienda multinazionale impegnata nella ricerca e produzione di prodotti farmaceutici, principalmente per la cura di malattie respiratorie, antidolorifici, disturbi psicologici e ginecologici. Zambon ha stabilimenti produttivi in vari continenti ed è strettamente legata alla ricerca e sviluppo tramite iniziative come “Zcube” e “OpenZone”.
Iniziamo col dire che avere la possibilità di visitare queste due aziende vicentine è stato un vero piacere, oltre che un’esperienza interessante e fresca rispetto alla quotidianità scolastica. Poter vedere di persona il risultato pratico e applicato delle conoscenze acquisite attraverso lo studio teorico in classe, dona un certo senso di soddisfazione e appagamento. Le due realtà produttive non potrebbero essere più diverse dal punto di vista estetico e nel range emozionale che evocano quando si è al loro interno.
In Beltrame, la prima cosa che colpisce è la dimensione generale di tutto ciò che si vede: gli immensi moli di stoccaggio del materiale ferroso che verrà successivamente fuso nella fornace ad arco elettrico e le enormi potenze in gioco durante i cicli produttivi. Si fatica a non sentirsi sopraffatti da quella che sembra essere una vera e propria fortezza d’acciaio, o forse sarebbe meglio dire una cattedrale. Il rumore delle macchine e l'incessante e ripetitivo susseguirsi della laminazione e del taglio delle billette d’acciaio ricordano in maestosità un canto gregoriano, accompagnato dall’intenso calore e dai vividi colori rosso magma. Un’esperienza che ci riporta alla prima e poi alla seconda rivoluzione industriale, evocando le sensazioni che devono aver provato gli operai nel vedere all’opera forze ed energie mai osservate prima e che in quel momento, grazie allo studio e all’osservazione scientifica, diventavano strumenti per plasmare un nuovo cammino di progresso verso il futuro.
Allo stesso tempo, anche se per poco, abbiamo percepito la durezza delle condizioni di lavoro all’interno dell’acciaieria. I residui delle lavorazioni generano una nevicata di polveri che si accumulano su molte superfici, oltre alle diverse necessità di sicurezza che rendono l’acciaieria un luogo molto pericoloso, dove il mancato rispetto delle norme può rivelarsi un errore fatale. La visita nel suo complesso si è configurata come un’avventura fuori dall’ordinario, istruttiva dal punto di vista tecnico-pratico e storico, anche grazie alla nostra guida interna che ha decenni di esperienza nel campo.
In Zambon, invece, abbiamo fatto un sostanziale balzo orizzontale. L’ambiente dell’acciaieria si è dissolto nelle stanze sterili a pressione controllata; la grandiosità ha ceduto il passo al minimale e all’alta precisione. La produzione chimica per il mercato farmaceutico ha come pilastri fondamentali la ricerca di frontiera, esemplificata dalla vasta biblioteca tecnico-scientifica presente nella hall del complesso, e la diligenza necessaria per garantire un alto standard di qualità e sicurezza. La cura dei particolari produttivi e la vasta gamma di attività e servizi riflettono molta della produzione di precisione contemporanea, un settore in cui conoscenza, esperienza, visione strategica e cooperazione industriale-scientifica sono tutte strettamente legate per la realizzazione di prodotti innovativi e il mantenimento di alti livelli di efficienza e produttività.
Zambon riesce nell’obiettivo di ampliare la visione degli studenti sulle molteplici occupazioni e indirizzi post-diploma, permettendo di osservare uno spaccato delle avanzate posizioni lavorative moderne.
Per concludere, se ci fosse chiesto come queste due diverse esperienze aziendali si riflettono sul nostro percorso scolastico, diremmo che ci hanno davvero aiutato a riflettere sulla vastità e sull'eterogeneità delle nostre future opportunità occupazionali e a meglio contestualizzare e comprendere le competenze tecniche, pilastro centrale della nostra carriera formativa e del nostro percorso personale, ancora in fase di acquisizione in questi ultimi anni scolastici. Consigliamo vivamente, a chiunque ne abbia la possibilità, di scoprire le realtà aziendali di cui abbiamo parlato, e in generale di ricercare nuovi modi per arricchire le proprie conoscenze e nuove prospettive per interpretare la realtà attraverso l’utilizzo di approcci innovativi, evitando di essere catturati dalla stagnante staticità della paura di sperimentare.     

Giorgia De Mani
Alessandro Zini